RICERCA E SVILUPPO: IL VEICOLO ELETTRICO, UN PIACERE PER MARE E PER TERRA (VIDEO)
UNA PASSEGGIATA, COL FIATO SOSPESO
Il 28 Aprile lo Studio ha provato attorno al Lago d’Iseo una barca, un’automobile ed una bicicletta a motore elettrico, irrazionalmente attratti da questo mondo silenzioso. Si è voluto vivere con questi veicoli in un contesto turistico e poi – auto e bici – lungo una strada di montagna con punte di pendenza del 25%. Il risultato è stato quello di aver totalmente sdoganato il mezzo elettrico nell’ambiente lacustre ed in montagna, ambiti per nulla scontati ai mezzi dall’autonomia spesso fonte di preoccupazione.
Si sono rivelati un nuovo tipo di veicolo, totalmente diverso, in grado di regalare un nuovo grado di consapevolezza alla guida e a bordo.
Premessa
Obbiettivo dell’esperienza è stato quello di testare concretamente se il veicolo elettrico sia piacevole o meno, percepito con lo stato di consapevolezza dell’architetto. Premessa fondamentale a questo test è che a Venezia si va a piedi, risparmiando migliaia di euro e guadagnandoci in salute, semplicemente perchè la città lagunare è dannatamente bella. La Bellezza dunque è il primo motivo da perseguire concretamente nell’ideare la viabilità sostenibile. La bellezza ci muove ad essere un qualcosino in più che dei simpatici animaletti brulicanti. Se non ce ne convinciamo andremo solamente ad adottare soluzioni palliative ai pezzi di un sistema di muoversi che non si modificherà, restando malsano. Poter percepire la bellezza anche muovendosi è un merito che il veicolo elettrico ci regala, ed è preziosissimo.
Nella bellezza siamo portati anche a perderci, a sognare e sentire. Se poi le cose piacciono, allora le andremo a scegliere con convinzione, e nel caso di un veicolo lo faremo senza pensare solo ai lati razionali, all’autonomia o alla velocità, ma nel nostro caso, soprattutto per piacere.
Protagonisti
L’auto, la barca e la bici elettro-assistita:
Si è potuto guidare questi tre mezzi, percependo le loro qualità e rapportandole ai ricordi dei loro omologhi tradizionali, per confronto.
La sorpresa meno scontata è stata poi che non si sono per nulla rivelati veicoli a cui hanno sostituito un motore con un altro, ma delle novità assolute dotate di propria e avvolgente personalità, soprattutto piacevole.
NISSAN LEAF 2018
Nissan Leaf, un’ottima complice di questa iniziativa. Gran bel “musetto”!
Fornita con entusiasmo e grande partecipazione da Gruppo Carmeli S.p.a. , grazie a questo sostegno si è resa possibile l’intera iniziativa. Sono stati i primi a crederci e grazie a ciò è stato possibile contattare successivamente gli altri due preziosissimi protagonisti. Si è scelta quest’auto per il suo grande equilibrio nell’essere prestante, abitabile, ben dimensionata ed economicamente abbordabile. Si è dimostrata valida oltre ogni aspettativa, specialmente in montagna, dove ha saputo rendere un confort acustico ed una brillantezza mai provati.
Nello specifico, la dimensione dell’auto è ragionevole, le sue gommature normali e si viaggia tra i paesini di montagna senza essere ingombranti. In 70 km si è usato il freno sei volte, di cui quattro nella discesa in montagna, del 25%. Quello che ha colpito è stato il poter viaggiare, in un contesto obbligatoriamente lento e turistico, nel massimo silenzio. Sembra poco ma è una sensazione immensamente piacevole. In montagna si sale in silenzio ovviamente e senza la leggera ansia data dal rumore di un motore che arranca, come con gli endotermici. Un piccolo suv ci ha fortunatamente sorpassati nel bel mezzo della salita, mentre scattavamo alcune foto a passo lento: vedere un veicolo sgraziato che sorpassava arrancando ed emettendo un rumore cacofonico è stato percepito come offensivo per il contesto in cui eravamo . Dunque, dato che suoni motoristici simili al “Busso” Alfa Romeo dei tempi che furono, ai 6 cilindri Bmw o ai 3500 V8 Maserati non esistono più purtroppo, ben venga l’emozione del silenzioso elettrico. Sensazione dunque più che positiva.
Il silenzio non ci fa sentire soli nel tutto, il rumore degli altri ci fa desiderare di esser soli altrove…
Il tornante: nel tornante stretto l’auto elettrica segna un nuovo punto enorme a suo favore. La presa del motore è costante e la fluidità della curva diviene pennellata, dalla fluidità inarrivabile. Bellissima sensazione. Certamente il passo di montagna fatto mesi fa con Subaru 4X4, ridotte e freno a mano meccanico è stato stupendo, quasi come portare l’Alfa 75 sul medesimo percorso con le sole Good Year Eaglet (normali) anni fa. Ma al giorno d’oggi sta scomparendo il freno a mano, sostituito con un bottone idiota e Subaru, ad esempio, ha smesso di produrre cambi meccanici e riduttori (salvo su alcuni modelli dalle prestazioni limitatissime). Dunque non è che l’auto elettrica sia più viva, è solo che l’endotermica pare morta e sepolta sotto tonnellate di noia.
Il cambio: nell’auto elettrica al momento manca, sebbene vedremo presto sorgere sistemi di ripartizione diversificata. Il fascino della cambiata manuale, dalla Porsche 356, 911, alla Peugeot 504 con cambio al volante, tutte deliziose e precisissime, si è andato ad affievolire. I cambi a 10 rapporti sono magnifici, ma altro non fanno che imitare l’erogazione continua del motore elettrico. Anche in questo caso dunque vi è più coerenza nel mezzo elettrico che in quello “endotermico contemporaneo”.
Lo sterzo: lo sterzo è elettroassistito per forza, dunque lontano anni luce dal trasmettere le sensazioni emozionali e precise di un volante senza servosterzo o con servo idraulico. Non può dare pertanto piacere di guida. Ma lo si accetta di buon grado, come si accetta – in nome del silenzio – che tutto, nel comportamento dinamico dell’auto elettro-elettronica, sia reso attrraverso simulazioni: se la guida non appaga più come prima (cioè negli anni ’60 attenzione, non certo oggi!)scopriamo allora da dove giunge il nuovo piacere.
Il piacere: in silenzio, lungo il lago ed in montagna, abbiamo provato il recupero di un certo dialogo con la Natura. Se con la Lotus era bello “sfidare”la Natura, che rimaneva silenziosa attorno al Passo Giau, con la Lief si è percepito il panorama circostante senza essere in alcun modo distratti dal mezzo, col suo rumore che varia al variare dei rapporti. La guida è risultata più concentrata e contemporaneamente meno incentivata. Il silenzio ci richiamava, veniva voglia a tutti e tre di scendere e passeggiare sui prati o nei paesini attorno al lago. Il veicolo, di fronte al silenzio, non è più protagonista. Questo ri-sentire il richiamo della Natura è il lato dell’auto elettrica più squisito, per cui l’abbiamo realmente eletta veicolo eco-sostenibile. Non viene voglia di usarla più del necessario e non certo per la sua noia: 0-100 in meno di 8 secondi, l’unico sorpasso è stato compito immediatamente e senza alcuna reazione di apprensione.
Per la cronaca, partiti con 250 km di autonomia, finito il giro di 5 ore (con soste) e giunta al deposito, l’auto aveva ancora 150 km di autonomia.
Il suo utilizzo spinge per forza ad una guida intelligente, previdente e ricamata sulle leggi della fisica, che la strumentazione di bordo ci illustra attentamente. I parametri della nostra guida sono costantemente tradotti in energia dagli indicatori: muove un qualcosa dentro, è come quella nostra vocina interiore che ci indica quando abbiamo fatto in modo efficace qualcosa.
Parlare di INNOVAZIONE, BELLEZZA e CULTURA del muoversi senza avere vicini FLAMINIO BERTONI e TOM TJAARDA non ha senso…coincidenze?
ECOLINE MARINE “ECO 900 ELECTRIC”
Altro grande test di piacevolezza è stato quello di navigare per più di 5 ore sul Lago d’Iseo. Nel 1876 il capostipite del più straordinario cantiere di motoscafi al mondo, Pietro Riva, monta per primo in Italia un motore su di una barca, sul Lago d’Iseo appunto. Questo primato è di grande ed ulteriore pregio ai luoghi che stiamo attraversando ed alle persone (quelli bravi!) che li abitano. Oggi, 144 anni dopo, siamo a bordo di una nuova “prima volta”, in quanto la creazione dell’Ing. Fausto Colombi è mossa integralmente da propulsione elettrica, trasporta fino a 12 persone per 12 ore a 5 nodi di velocità, ed ha un grande compito.
Lo scafo di Colombi altro non è infatti che un taxi acqueo studiato per Venezia. Questo ruolo così importante, oltre alla grande piacevolezza ed affidabilità di questa barca, ci fa parlare serenamente di “prima volta”.
Premessa: i taxi acquei veneziani sono numerosissimi, sempre in movimento e creano gran percentuale di due grandi criticità alla città più bella del mondo: il moto ondoso e le emissioni (come per le altre barche ma che sono molto meno numerose e soprattutto come le aberranti maxi-navi da crociera).
Le pietre dei palazzi e delle case veneziane sono afflitte drammaticamente dalla tristemente famosa “crosta nera”, ossidazione con disgregazione della pietra, causata della interazione degli inquinanti aerei con l’umidità. E’dunque più che mai urgente che si riducano gli inquinanti anche a Venezia. Si deve ripensare al tipo di scafi presenti, troppo dislocanti. Le barche storiche faticano a muoversi in città per il livello del moto ondoso. Le barche moderne, a differenza ad esempio della meravigliosa e velocissima “Misurata” (anni ’30, non muove un filo d’onda), dei conti Volpi, non tengono conto del contesto veneziano. Onde e fumo. Ci si aspetterebbe certo un intervento dall’alto, ma fino ad ora non si è mai percepito. Poi le coercizioni non ci piacciono mai, dunque provando e riportando che usare questa barca lenta e che non fuma è inaspettatamente bellissimo, speriamo di far venire la voglia “dal basso” di sceglierla di buon grado, abbandonando velocità, rumore e inquinamento.
Colombi guarda perplesso Leaf, vincitrice della gara in acqua per soli pochi metri, sebbene non galleggi ancora troppo bene…
Ha preso la rampa…così non vale…
Ma tornando al bello: questa barca ha saputo dimostrare un’ enorme piacevolezza, facendosi guidare quasi come una barca a vela senza albero. Mettersi al timone di un mezzo senza rumore ha trasmesso una sensazione di rilassamento eccellente. Quasi al pari di quel momento straordinario in cui la randa si tende ed il motore si spegne, lasciando la forza al vento. Dunque questa barca di Colombi, con tanto di magnifico “salottino” di prua, ha dato un grandissimo e nuovo piacere a ospiti e comandante. Magnifico, la navigazione è ritornata in tutta la sua poesia, soprattutto in un ambiente di acqua “chiusa”, come il Lago.
La “900”, di 9 metri appunto, con la sua poppa aperta e il pavimento pressochè dritto per sette metri, è perfetta. Non si inciampa in nulla muovendosi a bordo e la sensazione di spazialità aperta è totale. Arriva ai 15 nodi ed ha un generatore di sicurezza, integrato a bordo. Quando ci siamo ormeggiati ad attendere il sindaco di Iseo il rumore dei veicoli, soprattutto dei motorini, ci ha davvero sbattuti da un’atmosfera quasi contemplativa ad un fastidio insensato.
Questa diversa percezione mi ha fatto riflettere: per mezz’ora ci siamo adagiati in un silenzio ed in una percezione diversi, decisamente consoni all’uomo. Esserne “risvegliati” da rumori molesti ha fatto vacillare la passione nei motori. Ha senso fare ancora rumore in un contesto ormai sovraffollato, ove la Natura ormai non rappresenta più – per sua sponte – un ostacolo per l’uomo? No, e la risposta è incontrovertibile.
Dato il grande immobilismo veneziano e la mancanza di una reggenza competente temiamo che il progetto di Colombi resti…all’ancora. Non così per fortuna lungo laghi e fiumi di mezza Europa, dove questa barca naviga già.
Una prova importante
Già che la nostra meravigliosa barca sa trasformarsi in taxi, qui l’abbiamo testata anche come traghetto. Questo passaggio è stato importantissimo.
La manifestazione ha infatti visto auto e bici ricongiungersi all’andata a Tavernola Bergamasca, partendo dalla Stazione di Provaglio, percorrendo tragitti diversi.
Più precisamente la bici è partita da un potenziale punto di interscambio, simulando di esser venuta in treno da Brescia (possibilissimo attualmente). L’assessore alla viabilità di Brescia, presente e lo ringraziamo molto, ha garantito l’imminente potenziamento della linea di questa splendida ferrovia Brescia-Edolo, cronologicamente la seconda d’Italia.
Arrivata all’incantevole riserva naturale delle Torbiere, la bici elettro-attuata è partita per Iseo ed ha attraversato il lago a bordo della “900”, a 4 nodi circa. Lenti?Probabile, ma arrivati dieci minuti prima dell’auto! Quindi un micro-battello per bici sul Lago non si rivela solo un’idea possibile ma anche ottima. Teleguidato? E perchè non guidabile invece dal ciclista stesso mediante tessera di riconoscimento, così si diverte pure? La “900” è facilissima da guidare e incentivare attraendo invece che con limitazioni è da sempre il metodo migliore. Pensiamo alle schedature comuniste staliniane: un orrore da cui tutti volevano fuggire. E’bastato fare Facebook perchè la gente facesse a gara per registrare la propria libertà, a disposizione di tutti, senza obbligare nessuno!
L’Ingegner Colombi si improvvisa traghettatore per assecondare con pazienza lo spirito di quest’iniziativa. Santo subito…
MAURIZIO E LA BICI ELETTRO-ASSISTITA
Il ciclista e la sua bici hanno saputo cucire con un colore vitale quest’iniziativa. Non solo la bici si è potuta fare un giro in barca ma sulla salita del Bronzone, con picchi del 25%, ha saputo spuntarla sull’auto. Vediamo di spiegare molto bene il come ed il perchè.
Banalmente il ciclista, col suo corpo, diviene il motore del proprio mezzo. Il mezzo però gli da quell’aiutino che permette all’affaticato pedalatore di procedere a velocità non demoralizzanti. La salita peggiore (25%) è stata percorsa a più di 10 km/h. Con una bici normale Maurizio avrebbe dovuto arrancare, scomponendosi a velocità irrisorie, usando rapporti dalla proporzione demenziale, se paragonata al movimento delle gambe rispetto all’avanzamento. Dunque, mentre Leaf saliva con tre persone a bordo a velocità rapportate alle anguste viuzze di Tavernola, all’acciottolato di parte della strada, nonchè alle buche, la bici schizzava via, respirando a pieni polmoni l’aria di montagna, con il suo profumo d’erba primaverile. Anche questo è piacere e per questo la bici ha preso maggior “punteggio”. Ad un tratto abbiamo passato Maurizio, trovando un asfalto migliore, ma dopo qualche curva ci ha ripreso dato che noi abbiamo rallentato per poterci godere la vista mozzafiato, sempre a caccia di piacere dal nostro viaggiare. La bici infine ci ha preceduti di 300 metri, in una “sfida”, che ci vedeva appunto a caccia di sensazioni piacevoli, raggiungibili grazie al viaggio. Con l’auto avremmo potuto vincere in questione di tempo puro, ma avremmo dovuto rinunciare alla vista di diversi panorami, rispetto alla bici, e a livello fisico non abbiamo avuto alcun giovamento rispetto all’attività sportiva.
La bici poi ha avuto un’altra caratteristica: l’immediatezza. Nulla di più istintivo che saltare in sella e pedalare. Anche qui nel silenzio più totale e a velocità più che apprezzabili. La bici, costosa rispetto ad una normale bici, costa comunque un po’ meno di una moto economica e per descriverne la fruibilità potremmo paragonarla al fare foto da uno smartphone, rispetto al portarsi appresso una reflex. Divertentissima soprattutto in montagna, permette in inverno escursioni nella neve divertentissime, arrampicandosi ovunque, creando una solida alternativa alle giornate senza sci o peggio, alle annate senza neve.
Vuoi le mucche, vuoi le buche ma il Mao ci fa un bel cippirimerlo in sorpasso…il vincitore “morale” in montagna è stato lui.
CONCLUSIONI
Lo Studio rimane lontano da ogni discussione in merito alle reali possibilità dell’eco-sostenibilità, delle sue qualità, rispetto ai mezzi convenzionali, avendo toccato con mano che le possibilità legate alla pura innovazione restano oggi molto legate al lobbismo, delle corporazioni e di chi da sempre detiene il controllo sull’energia in senso lato. Discorsi dunque noiosissimi. I numeri poi li lasciamo raccontare agli scienziati, purchè compiano studi integrali e non condizionati.
Ci limitiamo, in merito alle prestazioni ed ai consumi, a dire che il motore elettrico è sensibilmente più efficiente rispetto a quello endotermico e questo è un dato di fatto straordinario. Noi abbiamo usato meno energia di quella che avrebbe usato un motore termico, abbiamo prodotto onde sonore di ordine di grandezza inferiore e
Dunque diciamo questo:
L’auto elettrica in montagna si è comportata egregiamente. Ci ha molto divertito vedere l’autonomia che crollava in salita ma che ritornava in discesa. Quasi ci facessero un rabbocco in corsa. Si gioca con la fisica con un senso istintivo, di grande partecipazione con l’ambiente circostante. Straordinario il confort della salita senza rumori, nè tantomeno arrancamenti “ansiogeni”. Magnifica l’assenza di cambio rispetto a cambi mal fatti o a cambi automatici sempre rallentati e che imitano il motore elettrico. Sensazione senza eguali, eccellente quella di non percepire rumori in montagna. Peccato solamente che il design dell’auto contemporanea sia decisamente neutro, dai tratti troppo aggressivi o troppo “da autonoleggio”. L’abitacolo ha il dovere di stimolare il buon vivere, il buon umore del suo abitante. Non può limitarsi ad essere neutro.
Scesi dalla Leaf siamo saliti in un auto dagli interni disegnati dal grandissimo Marcello Gandini: ci siamo sentiti più a nostro agio (finchè non abbiamo acceso il motore rumoroso). Non è colpa di Leaf dato che il discorso è più che generale: le auto sono un po’ prive di fantasia nello stile oggi. Riteniamo comunque che questa Leaf sia probabilmente la miglior scelta elettrica da fare, non domani ma oggi pomeriggio. Il suo musetto poi non è per niente male, quasi sorridente.
la barca elettrica sul lago viaggia meravigliosamente e presenta qualità di confort davvero eccellenti. E’ dunque una novità che può piacere moltissimo, che reputiamo unisca lusso, glamour ed un ottima percezione della Natura. Ci farà enorme tristezza tornare in una barca rumorosa e che vibra.
La bici elettro-assistita in montagna e in pianura ci strappa immediatamente mille sorrisi. La bici dona quel senso di libertà che si spera attendano ancora un po’a guastare. Che gioia sarebbe obbligare a bolli e targhe con revisioni pure le bici! Il tentativo dei nostri politici in merito si ripresenta con ciclicità costante, si sappia.
I consumi?
Ogni attività inquina e consuma, anche quella elettrica. Come disse di recente un grande personaggio, “l’asino cacadenari” non esiste.
Ci ha colpiti che la ricarica costi poco? Assolutamente no: se costa poco è facile che verrà inevitabilmente sprecata, è nell’indole dell’uomo. Da quando fotografare è “gratuito”, si sprecano milioni di foto che costano milioni di megawatt di energia. Un danno ecologico infinito, quanto ignorato. Fondamentale è capire che l’indole del mezzo elettrico ci ha disposti istintivamente ed in maniera inaspettata a cercare di ristabilire il contatto con la Natura, ormai sopito.
Questa pulsione dunque è il vero – e forse il migliore – colossale punto di forza per ritenere ecologici i mezzi elettrici.
Provateli e scoprirete che è così, godendoveli tantissimo e cercando quanto prima di parcheggiarli per farvi una corsa immersi nel silenzio e nella bellezza che avevate dimenticato.
A.S
PRESS:
Rai 3, “Officina Italia” – seconda parte della puntata – dai minuti 21:30 :
https://www.automoto.it/news/una-passeggiata-tutta-elettrica.html
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